«Splatter» esce nel luglio del 1989 per la casa editrice Acme (fondata da Guido Silvestri in arte Silver e Francesco Coniglio), in edicola, in formato comic-book spillato, 32 pagine mensili. L’aspetto è quello di un prodotto pulp. Carta leggera, maleodorante, stampa in rotativa e storie brevissime in bianco e nero inedite racchiuse in copertine firmate Marco Soldi ognuna celebrativa delle cine-maschere Horror anni Ottanta e intervallate da articoli, dossier, corrispondenza epistolare, effetti speciali cinematografici, musica. Il successo è immediato, e il venduto si assesta presto sulle 30.000 copie a numero. Le storie, umoristiche, nonsense e grottesche, oppure a sfondo esoterico, sono tutte di taglio realistico. La violenza senza filtri è la formula vincente che per due anni e 23 numeri appassiona due generazioni di lettori, ragazzi e adulti, ammaliati dai racconti e dai disegni di artisti quali Attilio Micheluzzi, Roberto dal Pra’, Michelangelo La Neve, Giuseppe Ferrandino, Giancarlo Caracuzzo, Massimo Vincenti, Bruno Brindisi, Roberto De Angelis, Giancarlo Alessandrini, Nicola Mari, solo per citarne alcuni.
Paolo Di Orazio è il demone tutelare, nonché la voce redazionale con il pubblico dei lettori, dedicando spazio tra un fumetto e l’altro ai pensieri, sogni e incubi, poesie, creazioni di una platea assetata di sangue a fumetti.
«Splatter» ha influenzato artisti di ogni branca creativa, scoperto e lanciato fumettisti, divenendo l’ultimo cult a fumetti che ha segnato il costume d’Italia (con uno scandalo e una interrogazione parlamentare per istigazione a delinquere–1990). A «Splatter» viene affiancato «Mostri», mensile dedicato a un vero e proprio horror popolato di creature, aberrazioni, metamorfosi, vampiri, bissando la formula redazionale e l’inevitabile successo della testata sanguinaria.
«Splatter» rinasce nel 2014 con la Elm Street House (fondata da Paolo Di Orazio e Paolo Altibrandi, creatore del logo), per un breve ciclo di 6 numeri dedicati al gore, al nonsense, virando verso un fumetto aperto a più stili e ospitando big come Bruno Cannucciari, Onofrio Catacchio, Sergio Ponchione, Alessandro Bilotta, Alessandro Di Virgilio e lanciando anche stavolta autori esordienti nel firmamento a fumetti. Rubriche, retrospettive, e un linguaggio horror e redazionale più concettuale.
Paolo Di Orazio è il demone tutelare, nonché la voce redazionale con il pubblico dei lettori, dedicando spazio tra un fumetto e l’altro ai pensieri, sogni e incubi, poesie, creazioni di una platea assetata di sangue a fumetti.
«Splatter» ha influenzato artisti di ogni branca creativa, scoperto e lanciato fumettisti, divenendo l’ultimo cult a fumetti che ha segnato il costume d’Italia (con uno scandalo e una interrogazione parlamentare per istigazione a delinquere–1990). A «Splatter» viene affiancato «Mostri», mensile dedicato a un vero e proprio horror popolato di creature, aberrazioni, metamorfosi, vampiri, bissando la formula redazionale e l’inevitabile successo della testata sanguinaria.
«Splatter» rinasce nel 2014 con la Elm Street House (fondata da Paolo Di Orazio e Paolo Altibrandi, creatore del logo), per un breve ciclo di 6 numeri dedicati al gore, al nonsense, virando verso un fumetto aperto a più stili e ospitando big come Bruno Cannucciari, Onofrio Catacchio, Sergio Ponchione, Alessandro Bilotta, Alessandro Di Virgilio e lanciando anche stavolta autori esordienti nel firmamento a fumetti. Rubriche, retrospettive, e un linguaggio horror e redazionale più concettuale.
Splatter Magazine - 2° Serie

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